L'epopea di Kronštadt. 1917-1921
Kronštadt, la fortezza e base navale dell’isola di Kotlin nel golfo di Finlandia, fu uno dei pilastri della rivoluzione russa del febbraio del 1917, con una fama formidabile di disciplina severissima, agitazioni rivoluzionarie, ammutinamenti e repressioni. I suoi marinai, soldati e operai combatterono in prima fila per la Rivoluzione di ottobre e durante la guerra civile, confidando che il potere dei Soviet avrebbe fatto della Russia un’unica, grande democrazia sovietica come quella dinamica, autonoma, egualitaria e fortemente politicizzata che avevano creato a Kronštadt, un tipo di democrazia che in Europa non si vedeva dai tempi della Comune di Parigi.
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L'eroica difesa di Mosca
“Attenzione! Attenzione! Qui parla Mosca. È Mosca che parla…” la voce di Radio Mosca è quella di Ruggero Grieco, politico, giornalista e attivista italiano, in prestito alla radio russa durante la Seconda Guerra Mondiale. La situazione è critica: a Roma, la capitale sovietica viene già data per spacciata, ma Grieco assiste in prima persona alla vera faccia della storia. Una battaglia epica in difesa della città, una popolazione compatta nel segno della resistenza. Il suo resoconto di quei giorni convulsi è una rara e preziosissima testimonianza, che valse all'autore una decorazione al valore.
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L'esploratore perso nell'oblio. Vittorio Bottego tra mito, storia e rimosso coloniale
Le strade di una città sono la plastica testimonianza della sua memoria, anche quella rimossa, come nel caso del colonialismo italiano. A Vittorio Bottego, esploratore parmigiano della fine dell’Ottocento, la propria città natale ha dedicato un ruolo di primo piano nella toponomastica, intitolazione di una scuola e un monumento posto all’esterno della stazione ferroviaria. Nonostante questa presenza diffusa la figura di Bottego, come quella di molti altri protagonisti del colonialismo italiano, rimane per i più avvolta in una densa nebbia, nutrita di mito e campanilismo provinciale, che da un lato ne rende incerti i contorni reali e dall’altro rafforza il paradigma degli “italiani brava gente”.
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L'Europa incerta. Vienna e i Balcani a un Secolo dalla Grande Guerra
Tra saggio storico e cronaca del presente, la profondità e la complessità di un continente incapace di trovare una strada verso il futuro.
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L'evoluzione della donna. Origine, sviluppo e caduta del matriarcato. Vol II
Nato all’interno di un’accesa polemica circa il ruolo della donna nelle società primitive e nei confronti delle istituzioni di potere, Evoluzione della donna, lungi dal suggerire il ritorno a un “paradiso perduto” del matriarcato, indaga come e in che forme esso ha avuto origine e si è storicamente dato. Rigettando l’ipotesi secondo cui si tratta soltanto di un mito culturale, Evelyn Reed, aderendo al metodo materialista ed evolutivo, sostiene che il sistema del clan materno è stato la forma originale di organizzazione sociale e traccia il percorso del suo sviluppo, affrontando anche le cause della sua caduta.
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L'imperialismo. Tutti gli scritti sulla fase suprema del capitalismo
Il volto simbolo della rivoluzione d’ottobre era anche un grande teorico e scrittore. In queste pagine dense e quanto mai attuali, Lenin intuisce il destino del capitalismo. In una lucida riflessione supportata dalla logica stringente e dai dati si descrive lo spirito della rapina che muove le nazioni capitaliste a impossessarsi delle ricchezze altrui.
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L'impero di Himmler. L’ideologia, gli intrighi, le mostruosità del più temuto personaggio del Terzo Reich
Nazista della prima ora, fin dai tempi del Putsch di Monaco – ma ancora prima entusiasta militante dei Freikorps – Heinrich Himmler è da considerare il personaggio più potente e temuto nella cerchia degli stretti collaboratori di Adolf Hitler. Certamente il più spietato e indipendente, uomo dalle mille trame e dai mille segreti, e che soprattutto ha in mano e gestisce l’arma più temuta del nazismo: il corpo speciale delle SS.
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L'orchestra rossa. I servizi segreti sovietici nella guerra al nazifascismo
Mentre la Germania nazista occupava parte dell’Europa, Parigi, Bruxelles, Amsterdam e la stessa Berlino continuavano a essere unite da un sottile “filo rosso” che terminava nelle mani di Leopold Trepper, direttore di quell’estesissima rete di spionaggio sovietica che la Gestapo aveva soprannominato “Orchestra Rossa”.
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L'Ordine Nuovo (1919-1920)
Fondato a Torino il 1° maggio 1919 da Antonio Gramsci e altri intellettuali torinesi del calibro di Palmiro Togliatti, Angelo Tasca e Umberto Terracini, "L'Ordine Nuovo" dichiara un programma di rinnovamento sociale e proletario e diviene ben presto l'organo del movimento dei consigli di fabbrica. Il periodico pubblica articoli che suscitano accesi dibattiti in tutto il movimento operaio, politico e sindacale, diventando una piattaforma rivoluzionaria il cui programma è sostenuto dallo stesso Lenin. Gli articoli che Gramsci scrive per "L'Ordine Nuovo" - particolarmente significativi e caratterizzanti nella sua biografia intellettuale e politica - vengono qui riuniti in una raccolta completa: sono riprodotti, difatti, gli esemplari redazionali sottratti alla censura, che permettono così di ristabilire il testo originale senza tagli.
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L'organizzazione rivoluzionaria 17 Novembre. 13 risposte dal carcere
Dimitris Koufontinas ha identificato la sua vita con la lotta contro un sistema politico corrotto, che sembrava onnipotente, intoccabile. L’Organizzazione Rivoluzionaria 17 Novembre, di cui è stato membro, è andata contro tutto questo, volendo dimostrare che il sistema politico, invece, non è affatto invincibile. L’ex combattente, oggi in carcere, legge continuamente, traduce scrittori-rivoluzionari, scrive quando gli viene permesso: si tratta di una nuova forma di lotta.
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L'Unione Sovietica nella Guerra fredda. Una sfida impossibile (1945-1991)
La Guerra fredda del 1945-1991 ha coinvolto diverse generazioni, all’ombra di una possibile guerra nucleare. Dei due antagonisti, uno, gli Stati Uniti, esiste ancora e ha anzi allargato la propria influenza a tutta l’Europa; l’altro, l’Unione Sovietica, è invece scomparso da tempo, travolto dal peso di una sfida insostenibile.
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L'uomo del rinascimento. La rivoluzione umanista
Il Rinascimento italiano è un’epoca straordinaria e affascinante su cui si è scritto molto. Agnes Heller ne dà una lettura ancora nuova e pregnante.
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La bomba atomica e il destino dell’uomo
Un grande filosofo del Novecento riflette su scienza e totalitarismo, ragione e dominio. Le considerazioni sull’atomica portano Jaspers a considerazioni sul destino dell’uomo e sulla Sacra Scrittura.In polemica con la cultura del suo tempo, che pretende di superare la crisi politica mediante un superamento della tecnica a livello puramente tecnico, Jaspers parla di un orizzonte sovra-politico, offerto dalla ragione.
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La città del sindacato. Chicago, la capitale mondiale del delitto
Violenza e abuso. Questa è Chicago, la città del cartello della criminalità più altamente organizzato e pervasivo del mondo. La città del Sindacato è un libro-inchiesta di Alson J. Smith che ne racconta le cronache criminali dalla Prima guerra mondiale in poi.
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La civiltà delle streghe
Una provocatoria disamina sociale del fenomeno della stregoneria che scorre parallela e in modo originale anche rispetto ad altri studi celebri sull’argomento.
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La Comune del 1871
La Comune del 1871 rappresenta il tentativo di condividere con il lettore la storia dell'esperienza comunarda, unendo al mito del coraggio e dell'audacia del proletariato parigino l'attenzione critica alle scaturigini e alle cause di quel rivolgimento. Attraverso le fonti dell'epoca, nonché le storie individuali e il contributo dei grandi pensatori del socialismo, gli autori non ci offrono solo la cronaca degli avvenimenti e la descrizione dei suoi protagonisti, ma anche lo spirito che animò quell'esperienza politica e rivoluzionaria.
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La crisi della civiltà
“Noi viviamo in un mondo ossessionato. E lo sappiamo”. Con queste parole si apre il volume “La crisi della civiltà”, in cui la pacatezza dei toni, confusa da alcuni con disinvoltura professorale, non cela la drammaticità della denuncia delle immani tragedie che gli uomini del Novecento stavano per affrontare di lì a poco. Una realtà incalzante scopre il senso di “decadimento”, che coinvolge quanto fino ad allora era stato possibile considerare saldo e sacro: “Verità e umanità, ragione e diritto”.
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La crisi della socialdemocrazia
“Socialismo o barbarie”: l’umanità è posta di fronte alla scelta tra la vittoria del socialismo e la fine della civiltà. Queste parole d’ordine, passate alla storia, vengono scritte da Rosa Luxemburg nel 1915 in un potente pamphlet contro la guerra. Pubblicato sotto pseudonimo, La crisi della socialdemocrazia è il manifesto indiscusso del suo pensiero.
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La critica dell'anarchismo
La controversia che ha paralizzato e poi affossato la Prima Internazionale è qui raccontata attraverso gli scritti di Marx e di Engels, nella dura e violenta polemica che li vide contrapposti agli anarchici di Bakunin. In queste pagine le lettere, i contributi teorici e gli scritti politici si oppongono, prima fra tutte, all’idea bakuniniana di Stato, sulla sua natura, il suo significato e la sua funzione: una divisione di posizioni che trascende i limiti del campo metodologico, investendo quello costitutivo del finalismo rivoluzionario.
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La disumanizzazione dell'arte
Pubblicato originariamente nel 1925, La disumanizzazione dell’arte di Ortega y Gasset è un tentativo senza precedenti di comprendere il formidabile rinnovamento introdotto dalle avanguardie del primo Novecento all’interno del panorama artistico a lui coevo. Per l’autore le avanguardie hanno promosso una nuova visione del mondo, che si è direttamente relazionata con le molteplici trasformazioni dell’epoca. Più che un diagramma di idee, però, l’opera è una pista di fenomeni, una corrente di motivazioni e di indizi ancora allo stato di fermenti, all’interno dei quali prende vita il concetto di “disumanizzazione” rivolto a definire l’estetica più recente come divorzio dal realismo romantico e naturalista per liberare l’arte stessa dai contenuti specifici che la minacciano nella sua integrità e autonomia. Ortega y Gasset ha così intuito l’orientamento fondamentale dell’esperienza estetica del Novecento, avviata febbrilmente verso l’extraumano e l’informale.
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